20 September 2022
Un testo da duemila battute, un’intera cartella, per attaccare l’ex premier 5 Stelle Giuseppe Conte, l’ex Commissario Covid Domenico Arcuri, il gruppo Fca, Fiat, la famiglia Agnelli citando a vanvera talk show tv, per una trentina di righe virulente: può capitare, in campagna elettorale, che un cittadino, online, perda la calma, ma è impossibile che il verboso testo sia pubblicato, a commento di un post politico sulla piattaforma video YouTube, appena 29 secondi dopo il testo originale cui l’utente reagisce. Il nostro presunto “cittadino”, in meno di mezzo minuto, avrebbe dunque notato il video di partenza, assorbito il contenuto e, a velocità record, redatto la sua violenta reazione.
29 secondi per una pagina piena, un Marcell Jacobs sprinter della parola? Si tratta, evidentemente, di un falso, prodotto da gruppi organizzati che, per diffondere disinformazione e avvelenare il dibattito italiano prima del voto del 25 settembre, preparano testi ad hoc e li inseriscono nella sezione commenti su YouTube, in palese violazione delle norme della piattaforma social che dovrebbe provvedere a rimuoverli subito e invece ignora la questione.
Una ricerca condotta da Trementum Analytics per conto di Reset, l’organizzazione per la trasparenza online di cui è Executive Director Ben Scott, ex consigliere di Hillary Clinton e del Dipartimento di Stato, ha analizzato 728.872 commenti postati sotto video e documenti di propaganda elettorale, riscontrando “segni di comportamenti artificiali e artificiose casse di risonanza che violano le regole di YouTube”: vale a dire, secondo una prima considerazione fatta sulla ricerca dal Luiss Datalab, sotto le pagine ufficiali di YouTube di leader politici, media, attivisti vengono scaricati, in modalità automatica, falsi commenti, il cui scopo, come nel caso della pagina concepita in appena 29 secondi, è inquinare il dibattito democratico e seminare zizzania sociale.
Le trentotto pagine YouTube studiate da Trementum Analytics includono, fra le altre, Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Forza Italia, YouDem, Italia Viva, Azione, Più Europa, Grillo, Renzi, Salvini, Letta, Paragone, Meloni, Di Battista, Luigi Marattin, il giornalista Mediaset Porro, CasaPound, la onlus antiabortista Pro Vita e Famiglia, il polemista Fusaro e altri commentatori, parlamentari, siti politici in prima linea nella contesa per il Parlamento. Tutti, spesso ma non sempre, all’insaputa degli stessi gestori, vengono alluvionati da fake news, violenza verbale, disinformazione che i moderatori non fanno in tempo ad espungere, ma che YouTube ignora a sua volta, tossine che ostruiscono, in modo surrettizio, il dialogo civile.
In particolare, secondo gli analisti di Trementum, passano inosservati attacchi filo Putin sulla guerra in Ucraina, commenti di estrema destra o neofascisti, con le stesse righe a saltare, di sito in sito, accusando gli emigranti, i “clandestini”, l’Islam, le politiche sanitarie durante la pandemia Covid-19, i vaccini e il green pass. La tecnica è formidabile e pericolosa secondo i ricercatori di Trementum: “Testi estremamente lunghi, pro Cremlino o di cospirazione sul Covid, appaiono immediatamente dopo la pubblicazione di un post sulle varie pagine. Sono messaggi preparati in batteria e rilanciati, con il copia incolla, non appena appare un nuovo video. Per esempio, gli stessi “commenti” sono stati riprodotti oltre 150 volte in pochi momenti sui canali YouTube considerati, spesso in coppia”.
In particolare, vengono identificati 5.010 utenti che producono una mitraglia di 10.975 commenti, inclusi 77 “longread”, documenti assai corposi, la cui rapidità di reazione e omogeneità di contenuti è palese e denunzia come dietro gli autori si celino gruppi organizzati ad arte, non singoli elettori.
Il lavoro di precisione di Trementum e Reset mette sotto il microscopio testuale 529.033 commenti dai siti politici, con queste evidenze: 8,5% sono ripetitivi, robotici, prodotti in serie, in violazione delle norme stesse di YouTube che dovrebbe garantire trasparenza e equità alla discussione, non schiacciare le opinioni sotto una valanga di “verità” farlocche. 9150 reazioni ai post sono state gonfiate, steroidi anabolizzanti della politica, 44.900 volte da 11.887 fonti: una massa critica di falsità, capace di orientare a piacimento il voto di masse di elettori, senza che la piattaforma YouTube intervenga o che le varie pagine social si mobilitino.
La materia della disinformazione è classica, gli emigranti dall’Africa importano malattie, con un solo utente a ripetere, come un’ossessione, per 113 volte un’identica invettiva. Altre volte si limano appena i testi, con contenuti che andrebbero rimossi per il tono violento ma che invece restano online. YouTube ha regole precise contro la produzione automatica di contenuti, che però, conferma lo studio di Trementum, son violate in serie da facinorosi anti Islam e anti emigranti, una volta in 201 casi, una seconda in 167 casi.
Dall’emigrazione, alla guerra in Ucraina, alla pandemia alle elezioni 2022 la tecnica resta identica, produzione seriale di commenti e loro artificiosa disseminazione, per esempio per i no vax non greenpass estremisti detti ViVi.
Di Gianni Riotta e Federica Urzo