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6 December 2022

Countering Disinformation Wargame by Hybrid CoE and Friends of Europe

Il 29 e il 30 novembre si è tenuta a Bruxelles, nella TownHall Europe, l’edizione 2022 dei Countering Disinformation Wargame. L’evento è stato promosso dal think tank Friends of Europe in collaborazione con l’European Center of Excellence for Countering Hybrid Threats (Hybrid CoE), organizzazione internazionale autonoma nata nel 2017 a Helsinki, alla quale hanno aderito 32 Paesi, oltre a Nato e Unione Europea. 

Ogni anno Hybrid CoE ospita un wargame digitale, che rientra nelle attività formative per diffondere le competenze necessarie a contrastare le campagne di disinformazione. L’organizzazione si concentra soprattutto sulle “hybrid threats”, azioni di manipolazione mediatica condotte da agenzie governative o non statali, con l’obiettivo di danneggiare uno Stato o un’istituzione internazionale, influenzando i suoi organi decisionali a livello locale, regionale, nazionale o sovranazionale. Queste operazioni sono coordinate e colpiscono le vulnerabilità dei Paesi democratici.

Demystifyng Disinformation

Il 29 novembre, l’evento è iniziato con la conferenza Demystifying Disinformation, animata dagli interventi di accademici, giornalisti e ricercatori. Nel discorso di apertura, il direttore di Radio Free Europe Jamie Fly ha ricordato le difficoltà dei media indipendenti nei Paesi democratici: «Un ambiente informativo frammentato e una crescente sfiducia nei media lasciano spazio a influenze maligne e disinformazione».

Jakub Kalensky, fondatore di EUvsDisinfo, ha aperto il primo panel spiegando la strategia della propaganda del Cremlino in Occidente: «Non c’è niente di nuovo nelle narrazioni sulla guerra in Ucraina. È la ripetizione che dà forza al messaggio russo, lo rende familiare, e la familiarità porta a una crescente accettazione. La differenza di budget e persone coinvolte nell’information war è abissale: in Europa sono ancora principalmente Stati Uniti e UK a finanziare la lotta alla disinformazione». A seguire, il Senior Analyst di Hybrid CoE, Jukka Aukia, ha parlato della lunga tradizione propagandistica del Partito Comunista cinese, che «pretende di essere democratico per distruggere la democrazia e creare maggiore spazio per l’autoritarismo. La disinformazione cinese amplifica il conflitto etnico e sociale in Occidente, promuovendo il razzismo e le rimostranze economiche».

Il ruolo fondamentale della disinformazione per le organizzazioni terroristiche, finalizzata ad alimentare l’antagonismo tra gruppi, è stato sottolineato da Mariam Tokhadze, direttrice del Georgian Centre for Strategy and Development: «Se riesco a convincere il mio pubblico che sono l’unico ad avere tutte le risposte, posso progressivamente fargli credere che la violenza sia l’unica soluzione percorribile. I gruppi estremisti hanno sviluppato strategie comunicative così efficaci che le organizzazioni governative si sono sempre trovate a rincorrere».

Durante il secondo panel Chris Kremidas-Courtney, Senior Fellow di Friends for Europe, ha messo in luce le nuove sfide aperte da Extended Reality e Metaverso: «Per la prima volta, la realtà potrebbe non essere una singola prospettiva verificabile. Questo sviluppo potrebbe mettere in pericolo la democrazia e la coesione sociale». Alla domanda «come può il giornalismo di qualità combattere la disinformazione?», Paul Taylor, Contributing Editor di Politico Europe, ha risposto con decisione: «Semplicemente facendo il proprio lavoro. I giornalisti devono essere sul campo per dare un resoconto e fare controlli incrociati delle fonti. Late is better than wrong!». Infine il direttore dell’European Digital Media Observatory (EDMO), Lauri Tierala, ha presentato il lavoro dell’osservatorio fondato dalla Commissione Europea. Tierala ha anche annunciato il lancio di sei nuovi hub nazionali, che permettono la copertura di tutti i ventisette Stati membri dell’UE.

Countering Disinformation Wargame

Durante il secondo giorno si è tenuta la simulazione di information war sulla piattaforma Trasim. I rappresentanti di enti e istituzioni da differenti Paesi europei sono stati divisi nei sette gruppi che componevano il Blue Team: cinque team nazionali, Nato e UE. Gli altri partecipanti hanno composto il Green Team, che incarnava l’opinione pubblica e i media indipendenti, e il Red Team, incaricato di produrre campagne di disinformazione, fake news, hate speech e creare insidie per la strategia comunicativa del Blue Team.

Su Trasim, le squadre nazionali potevano produrre contenuti di vario tipo, attraverso comunicazioni di STRATCOM e profili istituzionali su Twitter, Facebook e Instagram, ma anche facendo ricorso a testate, influencer, divulgatori. La piattaforma simula il flusso di notizie in tempo reale sui social media, dando la possibilità di ricreare l’information overload e le polemiche online, il dibattito polarizzante su Twitter e il caos creato da troll, bot, operatori della propaganda russa e cinese. La sfida per il Blue Team consisteva nel saper riconoscere e rispondere alle fake news, scegliendo tattiche efficaci di debunking e prebunking, fornendo resoconti trasparenti del proprio operato e difendendo la coesione delle proprie audience. La capacità di collaborare con gli altri organi nazionali e internazionali era un altro elemento fondamentale.

Alla fine della prova, gli organizzatori hanno fatto un confronto con le passate edizioni, paragonando le strategie comunicative e sottolineando gli approcci più efficaci. Le prestazioni del Team Blue hanno rivelato un miglioramento nel corso della simulazione, a dimostrazione dell’utilità del wargame nel mettere in atto le proprie competenze ed elaborare soluzioni originali agli ostacoli della disinformazione.