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29 July 2022

Il gas algerino non finanzia Putin – Report settimanale sulla propaganda filorussa (18/07 – 24/07)

Lunedì 18 luglio il presidente del Consiglio Mario Draghi, in piena crisi di governo, è andato ad Algeri per un vertice intergovernativo con il primo ministro Aimen Benabderrahmane. L’incontro ha portato alla firma di accordi tra Italia e Algeria che confermano il partenariato tra i due paesi in vari settori, in primis nelle forniture di gas. Intanto Sonatrach, azienda statale algerina, ha sottoscritto un contratto con Eni, TotalEnergies e Oxy per il trasporto di 30 miliardi di metri cubi di gas l’anno in Italia. La notizia non è sfuggita ai canali di disinformazione filorussi, che hanno cercato di negare l’importanza degli accordi che sanciscono una maggiore indipendenza energetica dell’Italia da Mosca. 

Martedì 19 luglio è diventata virale una notizia falsa secondo cui anche il gas algerino sarebbe di proprietà russa. La testata di disinformazione Imola Oggi ha pubblicato un articolo intitolato “Compriamo il gas dall’Algeria e finanziamo Putin”, in cui si dice che il 49% di Sonatrach sarebbe di proprietà della compagnia russa Gazprom. La notizia è stata ripresa su Twitter dal segretario del Partito Comunista Marco Rizzo, che ha aumentato la presunta percentuale azionistica di Gazprom al 60%, parlando di “autogol di Draghi”. Nonostante Sonatrach sia una S.p.A. controllata al 100% dallo stato algerino, Rizzo ha accusato il governo di star comprando gas russo a un prezzo maggiorato. Il tweet ha ricevuto oltre 4700 like e 2300 condivisioni.

La definitiva caduta del governo Draghi, segnata dalle dimissioni presentate dal premier al presidente Sergio Mattarella il 21 luglio, è avvenuta in contemporanea con la riapertura del gasdotto Nord Stream da parte di Gazprom. Il condotto era stato chiuso per manutenzione l’11 luglio, mettendo in stato di allerta l’Europa. Nonostante la riapertura - avvenuta peraltro a capacità ridotta al 30% - fosse programmata da tempo, i canali di disinformazione hanno costruito una correlazione tra l’afflusso di gas russo in Italia e la crisi di governo. In particolare, alcuni influencer e testate di disinformazione hanno ripreso un comunicato pubblicato sul sito di ENI giovedì, in cui si annuncia un aumento di forniture da Gazprom in Italia del 71% rispetto al giorno precedente. “Putin celebra la “cacciata” di Draghi aumentando del 75% la fornitura di gas all’Italia”, ha scritto l’account Twitter @RI_news3, concludendo con uno slogan: “Meno atlantismo, meno freddo”. “GLI ITALIANI NON SONO MAI STATI I NEMICI DELLA RUSSIA E PUTIN LO SA”, ha aggiunto l’account novax @hystrionico1984, sottolineando una supposta benevolenza del presidente russo. Putin e Gazprom sono entrati tra gli argomenti di tendenza su Twitter proprio il 21 luglio.

Sabato 23 luglio il porto di Odessa è stato colpito da due missili russi. Il raid è arrivato a meno di 24 ore dalla firma per lo sblocco delle esportazioni di grano ucraino, che Mosca e Kiev hanno sottoscritto senza un’intesa diretta tra le parti, ma accordandosi entrambe con Turchia e Onu. Con la firma dell’accordo, la Russia si impegnava a non colpire per tre mesi i porti e le navi ucraine durante le operazioni di carico e trasporto del grano. Il giorno successivo, Kiev ha accusato il Cremlino di aver attaccato il porto di Odessa violando i patti, mentre la Russia ha negato tramite il governo turco. Poi Mosca ha cambiato versione, quando la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha comunicato la distruzione di infrastrutture militari nel porto di Odessa con missili Kalibr. "Questo dimostra solo una cosa: non importa cosa dica o prometta la Russia, farà in modo di non rispettarlo", ha scritto il presidente Zelensky su Twitter.

La reazione dei canali di disinformazione non si è fatta attendere. Sui social i filorussi hanno negato che l’attacco a Odessa costituisse una violazione, anche solo simbolica, degli accordi sul grano. Su Telegram l’influencer Rossella Fidanza si è impegnata a sottolineare la distanza tra i bersagli militari colpiti dai missili e le riserve di grano ucraino. Anche Russian Tour, associazione di tour operator russi, ha scritto che gli obiettivi dell’attacco non avevano niente a che vedere “con i silos di grano e le strutture portuali destinate alla sua esportazione”. Questo genere di precisazioni, riprese anche da account Twitter, sono state necessarie perché la vicenda contraddice la narrazione sulle trattative diplomatiche portata avanti dalla propaganda filorussa: sin dall’inizio dell’invasione, i sostenitori di Mosca hanno accusato l’Ucraina di schivare ogni possibilità di dialogo. Anche la Nato è stata tacciata di ostruzionismo alle trattativa di pace, disposta a combattere “fino all’ultimo ucraino”. Dunque, il colpo inferto dalla Russia a Odessa ha costretto la propaganda filorussa a salvare la faccia di Mosca, che con le sue azioni si è confermata principale responsabile del blocco del grano ucraino e del perdurare della guerra. 

Report di Michelangelo Gennaro, Assistant Researcher Luiss Data Lab